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Approfondimento sulla Comunicazione Preventiva sul Lavoro Autonomo Occasionale

La nuova disposizione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, con la nota n. 29 dell’11 gennaio 2022, ha fornito le prime  indicazioni per il corretto adempimento dell’obbligo di comunicazione dell’avvio dell’attività di un lavoratore autonomo occasionale.

 La ratio della modifica legislativa  permette di monitorare  l’ utilizzo di tale tipologia di contratto e contrastarne le forme elusive.

La categoria dei soggetti coinvolti, come già anticipato nel nostro precedente articolo, riguarda i lavoratori  che si obbligano a compiere, verso un corrispettivo, un’opera o un servizio con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti di un committente e per i quali non è prevista una comunicazione al Centro per l’Impiego (Unilav).

 I soggetti obbligati a comunicare sono :

  • i committenti che operano in qualità di imprenditori ovvero  coloro che rientrano nel concetto civilistico di “impresa” ai sensi dell’ art.2195 c.c (sono esclusi quindi i professionisti),
  •  i lavoratori autonomi occasionali, ossia i lavoratori inquadrabili nella definizione contenuta all’art. 2222 c.c.  Il presupposto di lavoro autonomo occasionale consiste nel fatto che l’attività viene svolta in via eccezionale quindi non ricorrente e non abituale, con il proprio lavoro e i propri mezzi, senza alcun vincolo di subordinazione, senza che sia necessario  l’apertura di una posizione Iva.

La comunicazione dovrà essere effettuata all’Ispettorato del Lavoro territorialmente competente, in ragione del luogo dove si svolgerà la prestazione e dovrà essere preventiva rispetto all’avvio dell’attività lavorativa.

La procedura comunicativa sarà telematica e riprenderà le modalità operative previste dall’art. 15 del D.Lgs. n. 81/2015 già in uso in relazione ai rapporti di lavoro intermittente, ovvero mediante SMS, App o posta elettronica.

Con l’entrata in vigore della disposizione sono obbligati i rapporti in corso, alla data del 11 gennaio 2022 anche se avviati precedentemente alla riforma e la comunicazione va inviata entro il prossimo 18 gennaio 2022.

Per gli incarichi conferiti dopo l’11 gennaio la comunicazione va effettuata prima dell’inizio della prestazione , eventualmente risultante dalla lettera di incarico.

La mancata comunicazione  prevede una sanzione amministrativa da euro 500 a euro 2.500 in relazione a ciascun lavoratore autonomo occasionale per cui è stata omessa o ritardata la comunicazione. Le sanzioni potranno applicarsi anche nel caso in cui il rapporto di lavoro si protragga oltre il periodo inizialmente indicato senza che si sia provveduto ad effettuarne una nuova.

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Lavoro occasionale: comunicazione preventiva obbligatoria

Con riferimento alle attività dei lavoratori autonomi occasionali, al fine di svolgere attività di monitoraggio e contrastare forme elusive di tale tipologia lavorativa, il cd. “Decreto Fiscale” (Decreto Legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito con modificazioni in L. 17 dicembre 2021, n. 215), recante “Misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili”, ha specificato che l’avvio dell’attività dei suddetti lavoratori sarà oggetto di preventiva comunicazione all’Ispettorato territoriale del lavoro, competente per territorio, da parte del committente, mediante sms o posta elettronica, secondo le modalità operative applicate in caso di rapporti di lavoro intermittente.

Comunicazione preventiva obbligatoria

La informiamo che un emendamento in sede di conversione in Legge del cd. “Decreto Fiscale” (Decreto Legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito con modificazioni in L. 17 dicembre 2021, n. 215) ha introdotto una rilevante novità in materia di prestazioni di lavoro autonomo occasionale.

NOVITÀ. Infatti, al fine di svolgere attività di monitoraggio e contrastare forme elusive di tale tipologia lavorativa, l’avvio dell’attività dei lavoratori autonomi occasionali dovrà essere oggetto di preventiva comunicazione all’Ispettorato Territoriale del Lavoro competente da parte del committente, mediante sms o posta elettronica, secondo le modalità operative applicate in caso di rapporti di lavoro intermittente (art. 15, co. 3, D.Lgs. n. 81/2015).

Secondo tale previsione normativa, quindi, la comunicazione preventiva obbligatoria all’ITL competente dovrebbe avvenire mediante uno dei seguenti canali:

  • app
  • fax all’ITL competente, da utilizzare esclusivamente in caso di malfunzionamento dei sistemi di trasmissione informatic
  • posta elettronica
  • sms
  • online sul sito servizi.lavoro.gov.it

ATTENZIONE. La nuova disposizione prevede che in caso di violazione dei predetti obblighi, si applichi una sanzione amministrativa di importo compreso tra 500 e 2.500 euro per ciascun lavoratore autonomo per cui sia stata omessa la comunicazione preventiva.

In tale ipotesi non si applicherà la procedura di diffida, prevista dall’art. 13 del D.Lgs. n. 124/2004 in caso di inosservanza delle norme di legge o di contratto collettivo in materia di lavoro e legislazione sociale, qualora il personale ispettivo rilevi inadempimenti dai quali derivino sanzioni amministrative in sede di ispezione presso i luoghi di lavoro.

NOVITÀ. Inoltre, si stabilisce che l’Ispettorato del lavoro può adottare, verso il datore di lavoro, un provvedimento di sospensione laddove si riscontri che almeno il 10% dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro risulti occupato, al momento dell’accesso ispettivo, senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro ovvero inquadrati come lavoratori autonomi occasionali in assenza delle condizioni richieste dalla normativa.

Novità su Resto al sud

Resto al Sud è l’incentivo che sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, nelle aree del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche Umbria) e nelle isole minori marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord.  È rivolto a chi ha un’età compresa tra 18 e 55 anni. I fondi disponibili ammontano a 1 miliardo e 250 milioni di euro.

Le agevolazioni sono rivolte agli under 56 residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, nei 116 Comuni compresi nell’area del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche Umbria), nelle isole minori del Centro-Nord, nonché in quelle lagunari e lacustri.

Resto al Sud è un incentivo introdotto dal Decreto Legge 20 giugno 2017, n. 91, che contiene un piano di interventi finalizzati a favorire la crescita economica nel Mezzogiorno. Prevede una serie di azioni volte a sostenere la nascita e la crescita di imprese nel Sud Italia, e a favorire l’imprenditoria giovanile, mediante l’erogazione di contributi economici, in parte a fondo perduto. La gestione della misura relativa ai finanziamenti Resto al Sud è affidata all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa SpA, ovvero Invitalia.

Attraverso diversi interventi normativi, la misura è stata estesa a più soggetti beneficiari e a più territori. Vediamo in dettaglio le novità introdotte:

  1. incremento dei beneficiari – la Legge di Bilancio 2021 ha allargato la platea dei beneficiari ai soggetti fino a 55 anni. La misura, inizialmente rivolta ai giovani tra 18 e 35 anni di età, poi estesa agli under 46 e ai liberi professionisti, è dunque aperta anche agli under 56;
  2. estensione ai territori del cratere sismico – il Decreto Legge 24 ottobre 2019, n. 123, convertito, con modificazioni, dalla Legge 12 dicembre 2019, n. 156, ha ha esteso i territori in cui è fruibile il beneficio, includendo i comuni del c.d. cratere sismicoossia quelli colpiti dai terremoti del 2016 e 2017;
  3. estensione al commercio e alle isole minori – con il Decreto Legge 10 settembre 2021, n. 121, convertito, con modificazioni, dalla Legge 9 novembre 2021, n. 156, il Parlamento ha deciso di estendere la misura anche alle attività commerciali e alle isole minori del Centro-Nord.

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NASpI anticipata: indennità di disoccupazione erogata in unica soluzione per chi avvia un’attività

Pubblichiamo il presente articolo, prendendo spunto da alcune domande poste dai nostri clienti su come ottenere, in un’unica soluzione anticipatamente, l’indennità Naspi. La Naspi è la cosiddetta indennità mensile di disoccupazione (introdotta dal D.lgs. n. 22/2015) è consente, in relazione agli eventi di disoccupazione involontaria, di percepire un’indennità mensile in base al rapporto di lavoro cessato. Vedremo nel proseguo i passi da seguire e le condizioni necessarie per richiedere l’indennità in un’unica soluzione.

Cos’è la Naspi anticipata

Il beneficiario dell’indennità Naspi, che intende avviare un’attività di lavoro autonomo o un’impresa individuale o sottoscrivere una quota di capitale sociale di una cooperativa, può richiedere la liquidazione anticipata in un’unica soluzione dell’importo complessivo della Naspi.

A chi si rivolge

La Naspi anticipata si rivolge ai soggetti beneficiari di indennità Naspi che siano stati licenziati che intendano:

  • avviare un’attività lavorativa autonoma;
  • avviare un’impresa individuale;
  • sottoscrivere una quota di capitale sociale di una cooperativa con rapporto mutualistico di attività lavorativa da parte del socio;
  • sviluppare a tempo pieno e in modo autonomo l’attività autonoma già iniziata durante il rapporto di lavoro dipendente che, essendo cessato, ha dato luogo alla Naspi (articolo 8, decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 22).

Come funziona e quanto spetta

L’importo dell’indennità mensile Naspi spettante e non ancora percepito è liquidato in un’unica soluzione. Non spettano l’assegno al nucleo familiare (ANF) e la contribuzione figurativa. Sull’importo erogato è operata la trattenuta IRPEF secondo la normativa vigente. Qualora il percettore di Naspi sia beneficiario dell’indennità in misura ridotta pari all’80% del reddito presunto derivante da attività di lavoro autonomo per effetto di precedente opzione per il cumulo fra quest’ultimo reddito e la prestazione Naspi, la prestazione anticipata sarà erogata considerando l’importo residuo da corrispondere senza l’applicazione della riduzione stessa.

Se richiedo l’indennità in un’unica soluzione ma non avevo diritto, devo restituirla?

L’indennità va restituita quando il lavoratore instaura un rapporto di lavoro subordinato prima della scadenza del periodo per il quale l’indennità corrisposta in forma anticipata sarebbe durata se fosse stata erogata in forma mensile. E’ escluso il caso del rapporto di lavoro frutto dalla sottoscrizione di una quota di capitale sociale di una cooperativa.

Come si presenta la domanda?

Il richiedente deve essere nella condizione di avente diritto alla Naspi. Successivamente va poi presente un’apposita domanda entro 30 giorni dall’inizio dell’attività autonoma, dell’impresa individuale o dalla sottoscrizione di una quota di capitale sociale di una cooperativa. Se l’attività è iniziata durante il rapporto di lavoro dipendente che, essendo cessato, ha dato luogo alla prestazione Naspi, la domanda di anticipazione deve essere trasmessa entro 30 giorni dalla domanda di indennità Naspi.

Come posso presentare la domanda?

La domanda si può presenta online attraverso il portale INPS al servizio dedicato. In alternativa, si può presentare tramite un ente di patronato accreditato attraverso i servizi forniti dagli stessi.

Se hai bisogno di ricevere maggiori informazioni puoi utilizzare i nostri contatti oppure compilando il form cliccando qui

Il contratto di Apprendistato: novità e requisiti

L’articolo 41 del D. Lgs. n. 81/2015 definisce l’apprendistato  un contratto di lavoro a tempo indeterminato finalizzato alla formazione e alla occupazione dei giovani. Questa tipologia contrattuale si snoda in tre diverse forme di apprendistato:

  1. per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore;
  2. professionalizzante;
  3. di alta formazione e ricerca.

In particolare, analizziamo i requisiti del contratto di apprendistato professionalizzante detto anche contratto di mestiere.

L’elemento caratterizzante dell’apprendistato è rappresentato dal fatto che il datore di lavoro, nell’esecuzione dell’obbligazione posta a suo carico, è tenuto ad erogare, come corrispettivo della presentazione di lavoro, la retribuzione ma anche la formazione necessaria all’acquisizione delle competenze professionali

In questo modo l’apprendista ha la convenienza di imparare una professione, ma allo stesso tempo il datore di lavoro ha la possibilità di beneficiare di agevolazioni di tipo economico.

La normativa prevede una serie di condizioni per poter applicare tale forma contrattuale, sia da parte del datore di lavoro che del lavoratore.

I requisiti sono i seguenti:

  • Possono essere assunti, in tutti i settori di attività, pubblici e privati, i soggetti di età compresa tra i 18 e i 29 anni.
  • Il contratto di apprendistato prevede la forma scritta del contratto, del patto di prova e del piano formativo individuale (PFI) che attesta ed esplicita il percorso formativo del giovane in cui vengono indicati determinati elementi: i nominativi e dati dell’azienda, dell’apprendista e del tutor/referente, il profilo professionale o formativo di riferimento, previsti per il settore di riferimento dai sistemi di inquadramento del personale  stipulati dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale finalizzato alla qualificazione professionale. Lo svolgimento della formazione prevede un programma di 120 ore svolte per la durata del triennio.
  • La normativa impone una durata minima del contratto di almeno 6 mesi che non può superare i 3 anni, ad eccezione per i profili professionali caratterizzanti dalla figura dell’artigiano individuati dalla contrattazione collettiva di riferimento. Che può raggiungere i 5 anni.

La normativa prevede un numero massimo di apprendisti che un datore di lavoro può assumere in base ai lavatori qualificati effettivi:

  • i datori che non hanno alle proprie dipendenze lavoratori qualificati o specializzati, o che comunque ne hanno in numero inferiore a 3 (quindi fino a 2 lavoratori già qualificati), possono assumere al massimo 3 apprendisti;
  • per i datori che dispongono di una forza occupazionale inferiore a 10 unità (quindi fino a 9 addetti già qualificati), il rapporto tra apprendisti e dipendenti qualificati non può superare il 100%;
  • il numero complessivo di apprendisti non può superare il rapporto di 3 a 2 rispetto ai dipendenti qualificati in servizio presso il medesimo datore;

Risoluzione del contratto di apprendistato

Si applicano le regole generali del licenziamenti e delle dimissioni:

  1. trova applicazione la normativa vigente in caso di licenziamento illegittimo;
  2. al termine del periodo di apprendistato ciascuna delle parti può recedere, ai sensi dell’ art.  2118 del c.c con preavviso decorrente dal medesimo termine. Durante il periodo di preavviso continua a trovare applicazione la disciplina del contratto di apprendistato;
  3. se nessuna delle parti recede, il contratto prosegue come ordinario rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.
  4. Vi un limite per gli imprenditori con più di 50 dipendenti, di proseguire a tempo indeterminato il rapporto di lavoro con almeno il 20% degli apprendisti presenti in azienda, pena l’impossibilità di assumere ulteriori apprendisti.

Benefici contributivi

L’agevolazione contributiva che usufruisce il datore di lavoro è differente in riferimento al numero di dipendenti effettivi al momento dell’assunzione:

Fino a 9 dipendenti il datore versa:

  • I ANNO     1,50% + 1,61% per Naspi
  • II ANNO   3 % + 1,61% per Naspi
  • III ANNO        10% + 1,61% per Naspi
  • IV ANNO e successivi 10% + 1,61% per Naspi (per il settore dell’artigianato)

Mentre per l’imprese con più di 9 dipendente il regime di contribuzione è pari per tutta la durata del contratto è pari 10% + 1,61% per Naspi.

Per quanto concerne l’apprendista, la contribuzione a suo carico è sempre pari al 5,84%.la

Retribuzione di un apprendista

La retribuzione degli apprendisti dipende dal CCNL applicato e dall’inquadramento assegnato, tenuto conto che il lavoratore con contratto di Apprendistato può essere inquadrato fino a due livelli sotto la categoria spettante

L’apprendista, come tutti i lavoratori dipendenti, ha diritto ai seguenti benefit:

  • copertura assistenziale per malattia e maternità
  • assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, le malattie (anche professionali), l’invalidità
  • copertura previdenziale
  • assegno per il nucleo familiare
  • Naspi e altri ammortizzatori sociali, in caso di crisi dell’impresa
  • Per le ore di formazione a carico del datore, viene riconosciuta una retribuzione pari al 10%di quella che sarebbe dovuta al lavoratore
  • diritto di accedere al TFR 

Ciao e benvenuto

Ti diamo il benvenuto nel nostro nuovo sito .

Mission

Questo è il nostro primo articolo del nostro nuovo blog.

In queste pagine pubblicheremo le notizie e le informazioni che riteniamo più importanti nel nostro campo. Seguiteci, potreste cogliere al volo delle opportunità d’oro, vi apriranno le porte ad progetti futuri oppure potreste coronare i vostri sogni professionali. Noi ve lo auguriamo!

Un caro saluto, a presto!